Onestà
Non utilizzando sensori di stoccata, i colpi ricevuti vanno sportivamente autodichiarati secondo determinati termini di contatto e movimenti atti ad offrire un vantaggio all’avversario.
Il supporto di un istruttore o di un arbitro permette ulteriore supervisione degli incontri.
Collaborazione
I colpi vengono portati dapprima lentamente, per poi accelerare con la pratica via via che l’allievo padroneggia la tecnica evitando di essere un pericolo per sé e per gli altri. Questo fa sì che due compagni, sia in attacco che in difesa, imparino a lavorare in funzione anche dell’altro, in progressione.
Una difesa solida necessita di un attacco efficace e viceversa, altrimenti non c’è evoluzione.
Controllo
Il Lightsword Combat non è un’arte marziale ma una scherma , tuttavia adotta molte basi tecniche e filosofiche fondanti della marzialità. Comprende una disciplina circa sicurezza e controllo delle tecniche che grazie alle regole di ingaggio premia agilità, tattica e destrezza, abbattendo barriere di genere e proibendo l’eccessiva violenza , pur riconoscendo la dimensione di contatto fisico insita in uno sport di combattimento. Si escludono colpi al viso e parti intime, infatti al di là dei guanti non si usano altre protezioni nella normale pratica, entre in ambiti più agonistici e competitivi si integrano dpi aggiuntivi, per il viso o parti intime.
L’allenamento e la pratica sono volti ad approfondire una maggiore consapevolezza e controllo emotivo ed empatico, imparando così a non reagire in maniera pericolosa e sconsiderata nei confronti del prossimo, rispondendo invece con un linguaggio comune, corretto ed efficace.
Principio che ci si auspica l’allievo possa far proprio e portarlo nella vita di tutti i giorni.
Il motto della scuola: “In Duello Veritas”, nel duello, nel confronto, risiede la Verità .
Tale disciplina insegnerà che il modo di combattere, al di là dell’esito del confronto, permetterà di apprendere molto su se stessi e sugli altri, ponendo attenzione al dialogo non verbale che si crea fra i duellanti, o meglio fra chi si mette in gioco.
Nessuno è invincibile e da una sconfitta si può sviluppare coscienza e accettazione di se stessi e delle proprie vulnerabilità, riflettere ed analizzare eventuali errori come processo di miglioramento e affrontare le difficoltà senza perdersi d’animo o chiudersi nell’autocommiserazione.
Dall’altra parte permetterà a chi vince di imparare a non prevaricare, porgendo una mano per aiutare gli altri a rialzarsi, reagire e migliorarsi. In questo sport infatti i ruoli si invertono costantemente, creando così un meccanismo positivo di elevazione personale dei suoi praticanti che necessita di impegno costante e non unilaterale.
Da qui il motto della Scuola, che viene recitato come cortesia cavalleresca prima di ogni combattimento: “In Duello Veritas”, nel duello, nel confronto, vi è la verità.
